Dalla Scandininavia, ai mari del Sud…a Cuggiono.

In viaggio con Greenpeace.

 

Un nome un programma, Green ovvero verde, natura, Peace , pace. Nata negli anni 70 in Canada Greenpeace è l’associazione ecologista nota in tutto il mondo per le coraggiose e spettacolari “azioni dirette” rigorosamente non violente, in difesa della natura e per la pace. Lo scorso fine settimana Rossano Filippini, attivista di Greenpeace, istruttore, pilota di gommoni, free climber, nostromo della “Esperanza” la nave ammiraglia della flotta dell’associazione, era ospite a Cuggiono su invito dell’Ecoistituto.

Quarantasei anni, laureato in agraria tropicale, 6 lingue parlate fluentemente, ha girato i sette mari, conosce per la sua attività i luoghi più belli del globo, dalla foresta amazzonica , alla nuova Zelanda, dalla Scandinavia alla Terra del Fuoco, dall’Africa all’Antartide. A Cuggiono era a ritrovare due amici, Oreste e Marco Magni e a conoscere il Ticino un fiume di cui aveva solo sentito parlare. Per lui sono stati tre giorni intensi. Nelle scuole dove ha incontrato ragazzi delle elementari e delle medie per presentare l’associazione, sul Ticino dove è stato accompagnato ovviamente in canoa, a conoscere i luoghi più belli e sconosciuti del nostro fiume,  per poi concludere la sua puntata a Cuggiono con un incontro pubblico, la domenica mattina a “LE RADICI E LE ALI”. Rossano ha una forte carica di simpatia che trasmette subito ai presenti. Sempre sorridente, dalla battuta pronta, dalla esuberante comunicatività, narra come entrò a far parte della associazione, di quando, appena laureato a pieni voti, si trovava  per un “master”  ad Amsterdam e si presentò all’ufficio internazionale di Greenpeace che allora cercava volontari per le sue navi. Venne “arruolato” inizialmente come cuoco (altra attività nella quale è particolarmente portato) e anno dopo anno, attraverso un costante allenamento partecipò via via alle azioni più rischiose divenendo uno dei più apprezzati attivisti a livello internazionale. Questa sua vocazione risale però da lontano. “Già a dodici anni maturai, magari in modo confuso, la scelta di impegnarmi per l’ambiente. Da bambino, nel luogo dove sono nato, Pesaro,  facevo il bagno in un mare limpido, popolato da parecchie specie di pesci, con i cavallucci marini che mi nuotavano attorno. Oggi quei pesci sono quasi completamente scomparsi, di cavallucci marini non ce n’è più neanche uno, tutto questo è avvenuto negli ultimi trent’anni”. Le rondini, altre compagne della mia infanzia si sono rarefatte a tal punto che oggi vederle è un’eccezione e non la regola come un tempo, la rane il cui gracidare è un altro forte ricordo della mia infanzia,  non ce n’è più, distrutte da erbicidi e pesticidi. Ho visto il paesaggio cambiare in pochi decenni, le nostre belle coste sommerse da colate di cemento. Tutto questo in poco tempo. E oggi ci troviamo a far fronte a quei cambiamenti climatici di cui ormai nessuno può negare l’evidenza che sono il portato di un modo di produrre e consumare merci fine a se stesso slegato dalla qualità della vita… per i quali è in atto una feroce competizione per accaparrarsi risorse sempre più scarse come il petrolio, per il quale non esitiamo a scatenare guerre, a uccidere centinaia di migliaia di esseri innocenti.” Il suo racconto appassionato è intervallato dai filmati girati durante le azioni condotte dall’associazione negli atolli del pacifico per scongiurare i test nucleari, in Uruguay dove si vorrebbe radere al suolo centinaia di ettari di foresta pluviale per impiantare cartiere a grande impatto ambientale, nei mari del nord per fermare la caccia alle balene. Vediamo gommoni sfrecciano davanti alle prue delle baleniere, militanti che si incatenano ad alberi giganteschi per evitarne l’abbattimento o che scalano altissime ciminiere per denunciarne l’inquinamento. Azioni studiate nel dettaglio e condotte con la determinazione nonviolenta che non deroga neanche di fronte a pestaggi ed arresti come spesso avviene, o addirittura come quando nel 95 i servizi segreti francesi fecero esplodere bombe sotto la chiglia della nave “Rainbow Warrior” provocando il suo affondamento e la morte di un attivista, azione che fu anche la più grossa sconfitta del governo francese che a causa dello scandalo dovette sospendere gli esperimenti nucleari. Ma Greenpace non è solo azioni dirette. E’ anche ricerca scientifica che dimostra come ci possa essere un altro modo di affrontare i problemi. Fece scalpore nel 94 alla fiera dell’automobile a Francoforte la presentazione di un auto modificata dai ricercatori di Greenpeace in grado di percorrere 100 Km. con 2 litri di benzina o la messa a punto di un frigorifero che non usava clorofluorocarburi responsabili del buco dell’ozono. Se oggi non si producono più frigoriferi ad alto impatto ambientale è grazie a questo brevetto che Greenpeace ha diffuso in tutto il mondo senza chiedere nessuna royalty  dice Rossano con una punta d’orgoglio. Oggi la nostra priorità è quella sui cambiamenti climatici, quella di cercare di fermare o quantomeno rallentare quel disastroso esperimento incontrollato che potrà sconvolgere la vita sul pianeta. Non possiamo produrre sempre più cose, il più delle volte del tutto inutili, distruggendo in pochi anni quello che la natura ha prodotto in centinaia di migliaia di anni. E’ semplicemente folle, è suicida.Dobbiamo impegnarci tutti perché questo non avvenga.