Francesco Saverio Borrelli a Castelletto di Cuggiono

In una sala stracolma, gremita all'inverosimile, con molta gente rimasta fuori alla fine, sulla scalinate dell'ex convento domenicano di Castelletto di Cuggiono, Francesco Saverio Borrelli, già procuratore generale presso la Corte d'appello di Milano ha espresso il suo pensiero sulla Giustizia, l'etica, la legalità e la Costituzione. Riflessioni avvincenti argomentate pacatamente come nel suo stile, una lezione appassionata di estremo valore civile che parte da un excursus storico sul ruolo del cittadino di fronte alla legge, con la citazione di Platone "può sopravvivere e non essere sovvertita una città in cui si fa quanto é possibile per distruggere le leggi..." passando poi dall'Atene del quarto secolo al diritto romano, al concetto di resistenza dei filosofi medioevali "esistono situazioni estreme in cui l'individuo deve opporsi, dove l'opporsi non é solo lecito ma doveroso". Passa poi  alle riflessioni settecentesche del Montesquieu illuminista sulla separazione dei poteri, riflessioni che sono alla base degli stati democratici.  Argomenti certamente non facili, ma che hanno affascinato un attento auditorio "La legalità si afferma e si realizza passando dalla coscienza dei cittadini, la legalità é il più solido scudo contro l'abuso e le prepotenze, é il potere dei senza potere,  e la magistratura é l'apparato principe che deve intervenire nelle situazioni di conflitto"  e citando il Montesquieu della separazione dei poteri "tutto sarebbe perduto se lo stesso uomo, o lo stesso gruppo di maggiorenti esercitasse i tre poteri di fare le leggi, eseguire le decisioni pubbliche e giudicare le controversie". Con argomentazioni a tratti argute citando il nonno e il padre, anch'essi magistrati "la giustizia per noi é una sorta di malattia ereditaria"  ha voluto ricordare che l'autonomia della magistratura trova compiuta affermazione solo con la costituzione repubblicana varata nel 1948 "un baluardo che fino all'altro ieri pensavamo fosse definitivo". Ed é proprio argomentando sull'autonomia della magistratura che le riflessioni si sono incentrate sul presente, sulla riforma della giustizia di questi ultimi giorni che Borrelli analizza nel dettaglio non nascondendo la preoccupazione che la concentrazione della titolarità delle inchieste ai capi procuratori, anziché ai singoli giudici, il parziale svuotamento del Consiglio Superiore della Magistratura e il maggiore rilievo dato al Ministro della Giustizia sia una "intrusione nel potere giurisdizionale" e quindi una limitazione dell'autonomia della Magistratura stessa.   Non nasconde l'ex procuratore che comunque molte cose attualmente non vanno a partire dalla lunghezza dei procedimenti "Justice delay is Justice deny, la giustizia che si protrae nel tempo é giustizia negata"  ma ci tiene anche a ricordare che in taluni casi il protarsi dell'azione giudiziaria derivi anche dalla volontà di alcuni imputati eccellenti di difendersi non tanto "nel processo, ma dal processo". Finisce il suo intervento con un invito laico alla speranza non come rassegnazione ma come rinascita di un impegno civico invito ripreso dalle associazioni organizzatrici della serata, il Forum Civico di Turbigo e l'Ecoistituto della Valle del Ticino che concludono  lanciando un invito ai singoli cittadini, alle associazioni e alle istituzioni locali per un percorso comune di riflessione e di iniziative che abbia al centro la difesa della Costituzione i suoi valori.

 

Borrelli sulla “Resistenza” e sulla “Speranza"

”Dobbiamo resistere a questa deriva cui la collettività nazionale rischia di abbandonarsi un pò per atavico scetticismo, un pò per pigrizia un pò per le fascinazioni di sirene che cantano nel mare, nel mare della comunicazione di massa e inducono a quella direzione, a una deriva.

Conducono verso un assetto in cui la questione morale non è più una questione centrale, non viene più addirittura percepita, e la questione della legalità si trasforma nella questione degli interessi, nella questione degli interessi che devono prevalere, negli interessi di qualcuno.

Resistere alla desensibilizzazione delle coscienze, alla desensibilizzazione in ciascuno di noi della coscienza civica intesa come la consapevolezza dell'interdipendenza di tutti i nostri legami verso gli altri individui, verso il prossimo, verso la società, l'interdipendenza di ciascuno da tutti noi.

Resistere alla tentazione antipolitica del delegare, il far sì che altri pensino per noi, e quindi volontà di partecipare, di partecipare a tutti i livelli in ogni momento, di portare il nostro apporto alla vita della società.

Resistere alla tentazione della chiusura individualistica, familistica o di clan, e alla stessa tentazione della chiusura nazionalistica o di etnia.
E qui inserisco un'altra parola che appartiene al mio linguaggio corrente: speranza.

Sono stato, una volta, rimbeccato da un giornalista peraltro laico e mio buon amico, che, avendo io parlato in un'intervista di speranza in un momento che sembrava proprio non ci fosse più nulla da sperare e che il pessimismo volesse prevalere, mi ha preso in giro per la menzione di questa virtù teologale.

Ma io dico che la speranza e io sono laico, un laico che, come il Cardinal Martini ci ha insegnato, sa ed è consapevole che c'è un lungo cammino che laici e credenti possono compiere insieme condividendo gli stessi valori e puntando agli stessi obiettivi; ebbene io vi dico allora, e non paia un sacrilegio, che anche noi laici dobbiamo avere fede, speranza e carità: dobbiamo avere fede, fede nel valore dell'uomo, nel valore dell'uomo che la nostra tradizione umanistica occidentale ci ha consegnato, e noi dobbiamo accogliere nelle nostre mani e trasmettere ai nostri figli, la carità laica è il senso di solidarietà, è il senso di amore del prossimo, partecipi come siamo, tutti, della medesima umanità.

Ricordo i versi di quel poeta del '600 che diceva: io partecipo dell'umanità, ogni uomo che muore muore  un pezzo di me, ogni uomo che viene ferito viene ferita una parte di me, perciò quando suona la campana non chiederti per chi suona la campana, essa suona anche per te.
Bene, questo è il senso d'appartenenza all'umanità che dobbiamo avere anche noi laici.

E infine la speranza: significa confidare nella possibilità che le nostre azioni abbiano un esito, incidano nella realtà. Significa avere la consapevolezza che ogni nostro gesto incide nella realtà, il gesto cattivo come il gesto buono ma soprattutto il gesto costruttivo e se noi abbiamo questa consapevolezza che nulla va perduto di quello che facciamo e diciamo in questo mondo, questo significa aver fiducia in noi stessi e significa avere la speranza”.

  

Proposta

INVITO ALL’IMPEGNO “PER LA COSTITUZIONE” 

L’incontro di questa sera costituisce un appuntamento importante in quanto il Dr. Francesco Saverio Borrelli proporrà un prezioso contributo di riflessione sulle tematiche alte della giustizia, della legalità e dell’etica che sono tra i principi fondamentali del vivere civile.

 Una riflessione che si richiamerà esplicitamente alla Costituzione italiana ed è, per questo, particolarmente attesa da quelle Associazioni,  Istituzioni e Cittadini del Territorio che, negli ultimi tempi, hanno avvertito il bisogno di ritrovarsi per valutare l’opportunità – anzi la necessità – di proporre a se stessi, e a quanti altri lo vogliano condividere, un percorso di impegno attraverso il quale promuovere non solo una rilettura approfondita dei Principi fondamentali della Costituzione repubblicana, ma anche recuperarne l’attualità e soprattutto affermarne l’irrinunciabilità, ai fini del mantenimento e dello sviluppo dello stato di diritto nel nostro Paese.

 Abbiamo scelto questo luogo perché la sua bellezza e la sua “spiritualità” ben si coniugano con l’altezza dei temi che saranno trattati e con l’autorevolezza ed il prestigio del relatore. Le riteniamo, inoltre, beneauguranti per il percorso di impegno che abbiamo annunciato e per il quale sin da questa sera raccogliamo le adesioni di quanti, a titolo personale o in rappresentanza di Gruppi, Associazioni, Istituzioni, vogliano partecipare e collaborare.

Ti preghiamo pertanto nel caso volessi condividere questo percorso di lasciare i tuo riferimenti.

                                                                      Castelletto di Cuggiono 10.12.2004

 

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