Proposte per l’energia |
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di Maurizio Pallante |
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L’efficienza
con cui si usa l’energia in Italia è molto bassa. La crescita dell’efficienza e la riduzione degli sprechi costituiscono anche il pre-requisito per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, che, allo stato attuale, costano di più e rendono meno delle fonti fossili. Solo se si riducono gli sprechi e si accresce l’efficienza il loro contributo alla soddisfazione del fabbisogno energetico diventa significativo e si recuperano i capitali necessari a sostenerne i costi. Il
consumo delle fonti fossili che importiamo si suddivide in tre grandi voci
pressoché equivalenti: Se
venisse applicata rigorosamente la legge 10/91, per riscaldare gli edifici
si consumerebbero 14 litri di gasolio, o metri cubi di metano, al metro
quadrato calpestabile all’anno. In realtà se ne consumano di più.
Nel riscaldamento degli ambienti, una politica energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2, anche per evitare le sanzioni economiche previste dal trattato di Kyoto nei confronti dei Paesi inadempienti, deve articolarsi nei seguenti punti:
- riduzione di almeno il 10 per cento in cinque anni dei consumi energetici del patrimonio edilizio degli enti pubblici, con sanzioni finanziare per gli inadempienti
Il rendimento medio delle centrali termoelettriche dell’Enel si attesta intorno al 38 per cento. Lo standard con cui si costruiscono le centrali di nuova generazione, i cicli combinati, è del 55/60 per cento.
Nella produzione di energia elettrica e termica, una politica energetica finalizzata alla riduzione delle emissioni di CO2 anche accrescendo l’offerta, deve articolarsi nei seguenti punti:
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potenziamento e riduzione dell’impatto ambientale delle centrali
termoelettriche esistenti -
incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica con
tecnologie che utilizzano le fonti fossili nei modi più efficienti, come
la co-generazione diffusa di energia elettrica e calore, a partire dagli
edifici più energivori: ospedali, centri commerciali, industrie con
processi che utilizzano calore tecnologico, centri sportivi ecc. -
estensione della possibilità di riversare in rete e di vendere
l’energia elettrica anche agli impianti di micro-cogenerazione di taglia
inferiore ai 20 kW -
incentivazione della produzione distribuita di energia elettrica
estendendo a tutte le fonti rinnovabili e alla micro-cogenerazione diffusa
la normativa del conto energia, vincolandola ai chilowattora riversati in
rete nelle ore di punta ed escludendo i chilowattora prodotti nelle ore
vuote -
applicazione rigorosa della normativa prevista dai decreti sui certificati
di efficienza energetica, anche in considerazione dell’incentivazione
alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili che essi
comportano; - eliminazione degli incentivi previsti dal Cip 6 alla combustione dei rifiuti in base al loro inserimento, privo di fondamento tecnico-scientifico, tra le fonti rinnovabili
- legalizzazione e incentivazione della produzione di biocombustibili, vincolando all’incremento della sostanza organica nei suoli le produzioni agricole finalizzate a ciò.
- incentivazione della produzione distribuita di energia termica con fonti rinnovabili, in particolare le biomasse vergini, in piccoli impianti finalizzati all’autoconsumo, con un controllo rigoroso del legno proveniente da raccolte differenziate ed escludendo dagli incentivi la distribuzione a distanza del calore per la sua inefficienza e il suo impatto ambientale;
-
incentivazione della produzione di biogas dalla fermentazione anaerobica
dei rifiuti organici. Nel settore dei trasporti occorre intervenire sia a livello tecnico, incentivando lo sviluppo di mezzi di trasporto più efficienti e meno inquinanti, sia a livello organizzativo, favorendo lo sviluppo dei mezzi di trasporto pubblici e disincentivando l’uso dei mezzi privati soprattutto nelle aree urbane fortemente congestionate. In relazione agli aspetti tecnici, una forte riduzione delle emissioni di CO2 degli autoveicoli si può ottenere seguendo quattro indirizzi:
- l’aumento dell’efficienza degli autoveicoli alimentati da motori termici, incentivando la ricerca e l’innovazione finalizzate ad accrescere significativamente il numero dei chilometri percorsi per litro di carburante;
- l’incentivazione alla produzione di automezzi con motori alimentati da biocombustibili: biodiesel e bioetanolo;
- lo sviluppo di forme di trazione alternative ai motori termici: motori elettrici e ibridi;
- l’incentivazione di autoveicoli con motori alimentati a metano, per l’abbattimento immediato delle emissioni inquinanti che consentono di ottenere, e il potenziamento della rete di distribuzione del metano su strade e autostrade.
In relazione alla mobilità urbana occorre disincentivare l’uso dei mezzi privati e favorire la diffusione di forme di mobilità alternative. A tal fine occorre:
- sviluppare reti di piste ciclabili protette estese a tutta l’area urbana;
- introdurre una tassazione per l’ingresso nei centri storici di automobili private con un solo occupante a bordo;
- potenziare i mezzi pubblici a uso collettivo e i mezzi pubblici a uso individuale (car sharing), meglio se con motori elettrici alimentati da reti e non da batterie.
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