Hannover: resoconto a puntate di un viaggio "nel futuro". |
||
SOLVIS : LA FABBRICA A EMISSIONE ZERO | ||
Siamo a Braunschweg, non molto distanti da Hannover a visitare una fabbrica "speciale". Parliamo della Solvis , un nome un programma. Il nome deriva da Sol , sole e vis , forza in latino. La forza del sole. E al sole questa fabbrica deve molto. E’ solare per quello che produce, è solare per come si presenta, è solare nell’entusiasmo e nello spirito di chi vi lavora. Ultimo, ma non meno importante: è solare in quanto fabbrica a emissione zero di CO2. Arriviamo alla Solvis in una mattina d’agosto, e quello che abbiamo davanti agli occhi è una architettura d’avanguardia, dove fotovoltaico e solare termico si fondono in un piacevole design industriale che nelle forme anticipa quello che sentiremo nella nostra visita. Ce ne parla Helmut Heger , ingegnere elettronico ed attuale direttore di questa "utopia realizzata". La storia della Solvis inizia nell’88. Eravamo in cinque, giovani, poco capitale a disposizione, ma idee e determinazione… quelle non mancavano di certo. In un piccolo spazio incominciammo a progettare e produrre pannelli solari termici e serbatoi di accumulo integrabili in caldaie ad alta efficienza. Oggi la Solvis occupa 230 persone ed è in fase di ulteriore espansione.Dimostrazione, di quanto il settore del risparmio energetico e delle energie rinnovabili sia un settore trainante e generi occupazione di qualità. Ma, di chi è la proprietà? – gli chiediamo - ed anche qui le sorprese non mancano.Tutti coloro che vi lavorano, dopo tre anni possono acquistare una quota fissa del capitale sociale, diventando comproprietari dell’azienda nella stessa misura dei soci fondatori. Tutti i soci lavoratori, qualunque sia il loro ruolo sono inoltre coinvolti in una gestione democratica e partecipativa dell’impresa. Nel corso degli anni, anche attraverso questo positivo coinvolgimento, la qualità dei prodotti ha raggiunto livelli di assoluta eccellenza che ha trovato riconoscimento ufficiale in diversi premi da noi ottenuti da enti autorevoli, oltre che ovviamente dal mercato. Dal 94 la società è stata trasformata in una accomandita – continua Helmut - e 430 soci accomandatari hanno sottoscritto quote di capitale sociale che ci hanno fornito la liquidità che non riuscivamo ad avere dalle banche. Questi soci partecipano attraverso loro rappresentanti alla gestione strategica dell’impresa e beneficiano della divisione degli utili. Nel 2001 l’assemblea dei soci ha deciso di costruire questo nuovo stabilimento di 8000 mq. Volevamo mettere in pratica i principi della sostenibilità in questa costruzione, non solo nei nostri prodotti. Da qui nasce l’idea della fabbrica a zero emissioni di CO2. Quello che sembrava utopia è qui da vedere. Per questi elevati standard qualitativi la Solvis è stata premiata come migliore fabbrica tedesca in campo ecologico. Ma come è stato raggiunto l’obiettivo delle emissioni zero? Nella progettazione di questo stabilimento ci siamo impegnati in primo luogo ad abbattere i consumi di energia termica. Consumiamo infatti il 70% in meno di analoghi edifici industriali. Abbiamo ottenuto questo risultato attraverso un elevato isolamento delle pareti esterne e delle coperture. Le strutture dell’edificio sono realizzate in buona parte in legno lamellare e quindi il problema dei ponti termici anche in questo modo viene notevolmente ridimensionato. I ricambi d’aria vengono effettuati attraverso scambiatori di calore in cui l’aria calda in uscita cede il suo calore all’aria fredda in entrata. Il raffrescamento estivo è assicurato in modo passivo senza l’aiuto di condizionatori. Doppi portali per il carico e scarico delle merci minimizzano le dispersioni di calore dovute all’ingresso dei mezzi. Questo per l’aspetto termico. E per quanto riguarda l’energia elettrica? Questi consumi sono stati abbattuti del 50% attraverso una progettazione che valorizza la luce naturale. Le apparecchiature d’ufficio sono ovviamente a basso consumo. Questa forte riduzione dei consumi rende estremamente efficiente la produzione della restante quota dell’energia necessaria, che viene prodotta attraverso un cogeneratore da 100 KW elettrici alimentato ad olio di colza prodotto nella regione, la quota residua viene fornita da pannelli fotovoltaici e termici. Anche il consumo dell’acqua è stato drasticamente ridotto attraverso riduttori di flusso dei rubinetti e "scarichi a vuoto" dei gabinetti. Notiamo che la Solvis è una azienda modello sotto molti aspetti. Anche gli interni sono molto curati. Se dobbiamo essere sinceri più che in una fabbrica ci sembra di essere in una hall di un Albergo. Molto verde dovunque e design accurato. Anche questo fa la differenza per chi ci lavora. Nella mensa aziendale, dove ci viene servito un abbondante coffe break con torte a base di prodotti biologici, continuiamo il nostro colloquio. Al centro del nostro lavoro c’è l’uomo e il suo ambiente, questo è alla base del successo della Solvis- prosegue Helmut - Il sentimento di comunità porta al dialogo e questo stimola ulteriori forze creative che rafforzano l’impegno. Il nostro motto è dare ispirazione anziché dominare. E infine, anche se l’azienda sta crescendo ci rifiutiamo di essere quotati in borsa. Crediamo in una partecipazione vera. Anche da parte di chi ci mette il denaro. E’ una scelta etica a cui non intendiamo rinunciare. Che dire, se non avessi passato una giornata in questa fabbrica non ci avrei creduto. Oreste Magni – Ecoistituto della Valle del Ticino |