Hannover: resoconto a puntate di un viaggio "nel futuro".

 
  Springe (Hannover) Centro per l’energia e l’ambiente.  
  Quando "l’utopia" diventa realtà

Sono tornato dopo 11 anni dalla mia prima visita nei pressi di Hannover, al centro per l’Energia e l’Ambiente (Energie und Umwelt Zentrum) di Springe. Ritorno emozionante che cercherò di raccontare.

Il Centro per l’energia e l’ambiente è situato a Springe/Eldagsen in Bassa Sassonia nei pressi di Hannover (Germania) E’ una situazione indipendente ed autogestita che dal 1981 lavora concretamente sulle tematiche che riguardano le energie rinnovabili, il risparmio energetico e idrico, la bioedilizia e la didattica ambientale.

Per dare una realizzazione pratica a queste tematiche venne acquistata nel 1981, da un gruppo di giovani impegnati nel movimento antinucleare, attraverso una sottoscrizione lanciata a livello nazionale, una ex scuola a Springe, vicino ad Hannover, che venne ristrutturata in modo da funzionare come modello dimostrativo. Con determinazione, e molto buon senso pratico, caratteristica tipica della gente di questi luoghi, questi giovani realizzarono da subito un piccolo miracolo. Le tecnologie edilizie da loro adottate nella ristrutturazione, i sistemi di risparmio energetico e idrico, l’uso delle energie rinnovabili, avevano ridotto in questa costruzione il consumo complessivo di energia del 70% e il consumo di acqua potabile del 50%. Il loro motto "c’è anche un altro modo" riferito ovviamente al nucleare, diventava così un esempio tangibile, un operare concreto e positivo che nel periodo seguente avrebbe fatto scuola, tra i cittadini, le associazioni, i costruttori e le stesse istituzioni.

Lo spazio per dare corpo anche ad altre realizzazioni esemplari al Centro non mancava, la volontà pure. Sui 18.000 mq di terreno, in parte a bosco, venne costruita nel ’91 un edificio a basso consumo energetico (consumi 4 volte inferiori alla media delle costruzioni in Italia) per ospitare i partecipanti ai corsi, ed infine nel 2000 un’altra costruzione d’avanguardia, una "casa passiva" a consumo energetico pressoché nullo.

Il tutto circondato da varie altre realizzazioni, un orto/giardino biologico, un efficiente impianto di fitodepurazione, vari sistemi di recupero dell’acqua piovana, un sistema di micro cogenerazione, vari impianti di collettori solari per la produzione di acqua calda e impianti solari fotovoltaici con immissione in rete della corrente elettrica prodotta, nonché impianti eolici. Le diverse centinaia di cittadini, progettisti, impiantisti, costruttori, amministratori pubblici passati in questi anni dal Centro potevano così toccare con mano, prima ancora di frequentarne i corsi teorici, che queste "utopie", potevano tranquillamente trasformarsi in realtà e che dietro ad esse c’era molto buon senso pratico sia ecologico, sia economico. Nel suo piccolo questa esperienza di frontiera fu contagiosa. Diversi fondatori del Centro diedero vita negli anni a vere e proprie attività imprenditoriali fondando aziende per la produzione di pannelli solari, impianti di cogenerazione, studi di progettazione e "last but not least" arrivando a "contaminare" le istituzioni. La municipalità di Hannover si sarebbe fatta convinta promotrice su scala più vasta delle tematiche sperimentate al Centro. Un esempio: da circa 10 anni ad Hannover lo standard minimo delle nuove costruzioni è quello delle case a basso consumo (meno di 7 litri di gasolio a mq. per anno, contro l’attuale media delle case italiane di 20 l. di gasolio mq. annuo) Negli ultimi due anni condizione sine qua non per costruire su terreni di proprietà comunale è quello della "casa passiva" (max 1,5 litri di gasolio per mq. anno). Mi è capitato in questi giorni di visitare alcuni cantieri, parlare con costruttori e progettisti, gente orgogliosa del proprio lavoro e della qualità delle loro realizzazioni. Per non parlare delle fabbriche viste e dei loro prodotti di eccellenza. Ho incontrato Haus Moninghoff, vice sindaco di Hannover, nonché assessore all’economia e all’ecologia di quella città che ha spiegato il loro modo di operare, gli obiettivi raggiunti e i progetti per il futuro. Un altro mondo. Mi ha colpito la modestia e la concretezza dell’atteggiamento a fronte degli entusiasmanti risultati raggiunti. Mentre lo ascoltavo non potevo non pensare alla situazione italiana, dove a fronte di risultati pressoché nulli l’atteggiamento prevalente è quello di parole, parole e ancora parole…. L’obiettivo della Germania di diminuire le emissioni di CO2 del 19% entro il 2010 anche grazie a queste pratiche è quasi raggiunto. In Italia il nostro obiettivo che era di diminuirle del 6,5% ad oggi è scandalosamente lontano registrando un aumento del 13,5% delle emissioni.

Dimenticavo, l’attuale vice sindaco è stato nell’81 uno dei fondatori del Centro di Springe.

A quando un Centro del genere anche da noi?

Oreste Magni – Ecoistituto della Valle del Ticino