Ritorno a St. Louis, MO

di Ernesto R Milani - Ecoistituto della valle del Ticino - Cuggiono

31 maggio 2005

 

 

Tornare a St. Louis un anno dopo.

Adesso i Cuggionesi di St. Louis hanno capito che l’interesse per la loro esperienza non era un momento emotivo passeggero e che le basi per una comunicazione continua sono state gettate. 

La cronaca di un viaggio si snoda su binari normali: arrivo con tutte le valigie e con tante facce sorridenti che si sono già salutate sia in America che in Italia. 

Questa volta siamo anche un gruppo di venti persone. 

Il sindaco di Cuggiono, avvocato Giuseppe Locati e tra poco anche il parroco don Franco Roggiani. 

 

 

Wilson Avenue a Forest Park che ti porta subito alla Hill. Mitica Hill. Subito da Tony. Linguine alla Marinara. Bicchieroni d’acqua con ghiaccio. Budweiser. L’Italia si allontana. Cielo terso. L’arco simbolo della città appena in fondo all’orizzonte.

E’ domenica. St. Ambrose è gremita di folla.

 

 

Abbiamo attraversato casette allineate e piene di bandiere italiane e americane. Prati senza erbacce. Chissà come faranno. 

Padre Bommarito accoglie la comunità e il coro ci saluta con il "Va Pensiero". Brivido lombardo. Balaustre donate da Caesar D. Marlow ( Merlo) e famiglia. Chiesa come sempre piena di paesani. Via i vestiti della domenica, ormai è il casual che ne ha preso il posto. A volte in misura eccessiva. La messa qui è viva. Canti di un tempo: Mira il tuo popolo. 

Padre Bommarito saluta i parrocchiani all’uscita dalla chiesa.

Pranzo da Milo’s. Simbolo della intraprendenza degli emigrati che hanno cercato di abbandonare l’infame lavoro nelle cave d’argilla per affrancarsi poi con la varietà di negozi e di servizi per la comunità. 

Concerto di Alberto Fraschina che l’Ecoistituto ha portato in America per la seconda volta per dare un’immagine diversa e meno piagnucolosa dell’Italia. Opera e arie tradizionali. Garbo, talento, forza canora, grazia e maestria che ne determineranno il successo ripetuto. Applausi a scena aperta. Eccellenti il canto di Gina Galati e Kathryn Thompson Favazza. Rinfresco alla Sacred Heart Villa ( Villa del Sacro Cuore) ovvero asilo e scuola materna. Italia per sempre con nuovi amici, vecchi amici Gene Mariani ci saluta. Parte per il Colorado dove una nipote si laurea. Simbolo della seconda diaspora degli italo-americani che hanno lasciato la città dei padri per spargersi in tutta l’America. Come tutti gli altri americani. Via dalle radici appena messe per correre poi a ritrovarle. Basta guardare l’interesse morboso per la genealogia, per la ricerca ansiosa della propria origine. Conversazioni a più voci tra amici vecchi e nuovi e tanta voglia d’Italia. Ecco Frank Borghi, il mitico giocatore della nazionale americana di calcio ai famosi mondiali del 1950 che applaude il film " La partita della loro vita" appena girato sulla Hill, che per l’evento è stata riportata agli Anni Cinquanta con tanto di macchine d’epoca e trasformazione di molte strutture. Ricordi anche di una guerra lontana con tanto di stella di bronzo guadagnata sul campo durante l’avanzata in Germania con i gradi di sergente della IXa armata. Ma poco dopo Susan Marie Bertani mi ricorda la figura del padre Bill che non potè partecipare ai mondiali per motivi familiari ma che era tra i migliori e i giornali che mi ha dato lo testimoniano. Tra i nostri emigrati manca il sedere americano che suscita tanta apprensione e curiosità. Che cosa mai mangeranno. Emozione di essere in mezzo a una comunità che si identifica comunque con l’Italia nonostante la forza omogeneizzatrice del sistema. La lingua magari è scomparsa ma quello che c’è dentro è immenso. Tanta gente che si parla, si guarda, si interroga. Felice di esserci. E tante ultime voci. Gli ultimi che parlano dialetto hanno almeno 80 anni. Ci sono però delle eccezioni e a furia di trovarle ormai sono tante le persone che hanno ripreso delle frasi, delle parole come se stessero cercando un anello mancante. Ecco la felicità trasparente di Enrico Oldani che ha trovato i suoi parenti. Anche il sindaco Giuseppe Locati è riuscito a mettersi in contatto con i suoi e scopre di essere davvero il Rappresentante di una comunità che ha troppi figli, nipoti e bisnipoti in giro per il mondo.

Il barbecue a casa di Carolina Ranzini Stelzer è diventato un appuntamento classico per i Cuggionesi.

Ospitalità meravigliosa. Ci siamo dimenticati di Marina. Improvvisamente c’erano tutti e lei dov’era? Corsa e rincorsa in albergo. Tutto a posto. Eccola di nuovo raggiante tra noi. Angelina Marnati è la Segretaria del sindaco di St. Louis, Mr. Francis Slay con gli antenati di Inveruno. Ogni volta che torna in Italia trova una parte di se stessa. Piccoli particolari che poco alla volta le hanno dato una identità precisa. Segni di un passato che adesso sono diventati continuità. Con orgoglio mi dice che la nipotina, alla richiesta dell’insegnante di produrre parole straniere ha esclamato "facia gialda". Lontani i tempi della paura di parlare italiano e della cancellazione forzata. Il cibo prende il sopravvento e la Bud aiuta la gola arsa di parole.

 

St. Louis è una città interessante con i suoi quartieri francesizzanti e i giardini pieni di fiori, l’arco che segna l’apertura verso Il mitico West esplorato da Lewis e Clark che partirono proprio da qui per la loro missione.

L’autobus che ci porta intorno è al comando di Ken Givens, valido e paziente autista che vuole far parte del gruppo. Mississippi placido e sornione. Color caffelatte. La vecchia cattedrale francese con le ceneri del vescovo italiano Rosati, vetrate bianche che danno una luce diversa, soffusa e creano un’atmosfera di serenità.

Pranzo da Pietro’s. I numerosi articoli sulla Hill e sui suoi ristoranti hanno contribuito a renderla famosa e a Garantire una maggiore cura nel rapporto con la cucina italiana. Le ali di pollo sono sempre ottime ma Anche chi ha scelto pasta piselli with chicken oppure l’insalata speciale di Pietro e la pasta con broccoli Non è rimasto deluso. Vino buono e Bud.

 

 

 

La visita al cimitero della Resurrezione ha riportato a Cuggiono. E’ incredibile il numero delle persone che dormono in pace sui declivi assolati marcati da lastre semplici. Niente Spoon River. L’ufficio all’ingresso ha in computer le mappe e i nomi di tutti per la gioia dei cultori di genealogia. Tanti fiori per il Memorial Day che celebra anche i morti in guerra. La Hill ne ha dati 27 nella seconda guerra mondiale. La grandezza della migrazione da Cuggiono aumenta man mano. 

E tutti coloro che se ne sono andati da St. Louis?

Dobbiamo davvero fare i conti con questo periodo storico. Il gruppo che ha potuto osservare tutto questo, trasformerà certamente il proprio pensiero in merito. 

 

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