Rudy Vecoli

 

 

 

 

Un uomo universale: Rudolph J. Vecoli (1927-2008)

 

Rudi Vecoli è stato il fondatore dell’Immigration History Research Center di Minneapolis, il più importante centro di ricerca e di documentazione sull’emigrazione del Nord America.

 

Il 30 ottobre 2007, mentre l’aereo della Northwest Airlines si avvicinava all’aeroporto di Minneapolis, anticipavo il sapore dei giorni a venire con l’uomo, lo studioso amico Rudi. Avevo risposto alla richiesta formulata più volte, in diverse occasioni, di andarlo a visitare a casa, e senza troppi indugi avevo preso l’aereo per Chicago, per poi proseguire per il Minnesota. Adesso pensavo alla prima volta che c’eravamo incontrati, nel 1975, ancora nella sede vecchia dell’Immigration History Research Center da lui fondato per poter raccogliere la documentazione relativa all’immigrazione in America, specialmente quella sui gruppi radicali, che stava per andare inesorabilmente disperso. Grandi spiegazioni che, neofita nel mondo della ricerca su questo argomento, comprendevo soltanto in parte. E fu proprio a Minneapolis che mi parlò per la prima volta di Rosa, nel suo italiano toscaneggiante, che si affidava all’inglese nel momento della spiegazione chiara. Rosa, l’emigrante cuggionese eroina di tutte le donne, incastonata nella storia attraverso la pubblicazione del manoscritto delle sue memorie raccolte da Marie Hall Ets avvenuta nel 1970. Pietra miliare per Rudi.

Lo incontrai altre volte, sia in Minnesota sia durante le conferenze della American Italian Historical Association, di cui fu uno dei padri fondatori nel 1966. Lo storico nuovo, che aveva rivoluzionato tutte le teorie assimilazionistiche, dando finalmente un ruolo attivo ed evolutivo alla storia all’emigrazione italiana negli Stati Uniti.

Fu proprio Rosa a portarlo a Cuggiono. Quando l’Ecoistituto della valle del Ticino pubblicò l’edizione italiana del nel 2003, Rudi ne fu felice. Lo testimonia la sua prefazione all’edizione italiana in aggiunta a quella dell’edizione originale.

Anno dopo anno, decennio dopo decennio, arrivarono a migliaia, a centinaia di migliaia, a milioni da ogni angolo dell’Europa, e da altri continenti, come se venissero in cerca di una loro particolare visione dell’America. Chi fossero veramente questi individui, cosa cercassero e cosa trovarono, è uno dei magnifici temi e misteri del passato dell’America. Li vediamo in vecchie fotografie mentre sbarcano portando bauli, fagotti e valigie, disorientati, con sguardi persi ed ansiosi. Ci fissano per un istante per poi perdersi nella vastità del continente americano.

Per conoscere il vero significato dell’immigrazione di questo Paese, dovremmo seguirli nelle loro case nuove e nei loro nuovi mestieri, osservarli mentre si adattano a questa terra sconosciuta, allevano i loro figli e cercano di realizzare i loro progetti : cosa del resto molto difficile, perché spesso le loro tracce sono state coperte dalla mutevole sabbia del tempo e solo di tanto in tanto, riusciamo a ripercorrere i passi di chi visse quell’epica esperienza…

Nel testo consegnatoci, Rosa ripercorre la sua lunga vita colma di eventi. Ne scaturisce una storia che, inserita nel novero della letteratura americana, spicca per la sua particolare originalità e per il racconto nitido ed esauriente del suo percorso esistenziale.

E grande fu la gioia di tutti quando intervenne al convegno indetto in Villa Annoni a Cuggiono il 18-19 luglio 2003 "Gli Anonimi Protagonisti della Nostra Storia , gli Emigranti Italiani nel Nuovo Mondo: Il Caso dell’Alto Milanese" sul tema "Gli Italo Americani Oggi" dove il suo pensiero sullo stato attuale dei discendenti dei migranti è ben delineato :

 

Tuttavia, oltre un secolo dopo che gli immigrati cominciarono ad arrivare ad Ellis Island, molti dei loro discendenti rimangono un gruppo etnico visibile e cosciente di sé, coinvolti più attivamente che mai nella cultura e nella politica degli Usa. A mio parere, ciò che ha avuto luogo è una transizione da una forma primitiva di etnicità basata su legami di parentela e conterraneità, che incarnava una cultura contadina ad una forma moderna, istituzionalizzata, transnazionale e strumentale, pienamente integrata nella società americana e che rappresenta tutti gli strati socio-economici della popolazione italo americana.

 

E che dire del viaggio in treno assieme a Dominic Candeloro, quasi tutto in piedi, da Roma a Campobasso una sera d’inverno per andare al convegno indetto per onorare la memoria dell’anarchico poeta Arturo Giovannitti passato alla storia per il suo impegno sociale culminato nell’impegno profuso durante lo sciopero dei tessili di Lawrence, Massachusetts del 1912.

 

Rudi tornò ancora a Cuggiono, durante altri viaggi alla ricerca di informazioni finalizzate alla stesura dell’unico libro cui abbia mai messo mano davvero mano, occupato com’era a organizzare il suo centro e a scrivere articoli sui temi più svariati.

Si tratta della biografia di Celso Caesar Moreno, l’eccentrico personaggio nativo di Dogliani in provincia di Cuneo, che durante la seconda metà dell’Ottocento si rese famoso per le invettive contro gli sfruttatori del lavoro minorile, le denunce contro i crimini perpetrati contro i migranti senza alcuna protezione governativa. Il Moreno che fu anche ministro degli affari esteri del regno hawaiano del re Kalakua dal 14 al 20 agosto 1880 e propugnatore antesignano delle comunicazioni con cavi sottomarini dalla California al Giappone. Felice di aver fatto parte di questo progetto e di avere sfogliato dettagliatamente la Gazzetta di Dogliani alla ricerca dei pezzi mandati dal Moreno, addirittura anche in lingua hawaiiana, per il beneficio di Rudi..

 

 

 

A Cuggiono Rudi prese parte alla vita della cittadina. 

Oltre alle preziose cene è vivo il ricordo dei suoi bagni, ormai alla soglia degli ottant’anni, nelle acque del Naviglio Grande a Castelletto di Cuggiono. Indistruttibile. O così almeno sembrava.

 

Il Mississippi è ancora un fiume normale nella sua divisione di Minneapolis e St. Paul.

Rudi è vento a prendermi con la macchina nuova, segno di fiducia nel tempo futuro. Peccato che, nel decantarne le avveniristiche doti tecniche, la retromarcia dà luogo ad una botta. Niente drammi. Ecco la casa, quella con il cartello contro la guerra in Iraq. La casa immersa nei colori sbiaditi dell’estate indiana con le foglie ormai a mucchi dappertutto. La casa è vissuta dentro. Lo studio con la fotografia di Celso Moreno. Si parla sempre. Quadri onirici e naif del pittore della migrazione, Ralph Fasanella. Cena da Muffuletta, sulla Como Avenue di St. Paul di, angolo quasi italiano in mezzo alle insegne dei corsi di finlandese e norvegese. Immigration History Research Center. Visita agli archivi nuovi, dove adesso non si accettano nuove donazioni di materiale in attesa di nuovi spazi e nuovi archivisti. Il mondo di Rudi.. Corridoi corridoi corridoi ordinati e pieni di emigrazione. Poi mi da un fascicolo sui minatori in Michigan, da studiare. Mi sembra un compito per domani. Prendo appunti. Calumet, Vulcan, Norway, Iron Mountain.

Al Centro, appena entrati, nella vetrinetta di sinistra, le varie edizioni di Rosa. La vita di un’emigrante italiana; Rosa, the life of an Italian Immigrant. Fotografie della presentazione del libro a Cuggiono nel 2003. Lampi di felicità.

Passeggiate nel campus per incontrare Randy Croce, Daniel Necas, Elizabeth Haven Hawley, Donna Gabaccia.

Stelle del Minnesota attraverso il lucernario ad accompagnare la notte. Dono prezioso di Italian Voices, Making Minnesota Our Homes di Mary Ellen Mancina-Batinich.

Il 1 novembre siamo partiti per Denver. Conferenza American Italian Association. Delusione per la mancanza di interesse per il radicalismo nelle miniere del Colorado.

L’ultima volta che ho visto Rudi è stato a Denver, Colorado. Tragedie di Ludlow, scioperi di Cripple Creek, Trinidad. Radicalismo. Nessun accenno.

 

                                                                                                                                                                                                                                                     Foto Archivio Manazarda di Ernesto R Milani

 

Poi ai primi di dicembre del 2007 la notizia, la rasoiata di un messaggio fiero mandato dalla figlia Lisa :

Cari Amici e Colleghi,

Auguri a voi per una vita piena di ricchezze, di amore, di gioia, di sorprese belle.

 

Scrivo. ahime`, per dare una notizia penosa, ma il messaggio e` questo: vivere ogni giorno

all’ altezza.

Il 3 dicembre sono stato diagnosticato con una malattia, acute leukemia, per quale non c’e` cura. Scrivo perché voglio che arrivi direttamente da me stesso.

Scrivo anche per ringraziarti per la tua

amicizia e per i diverse modi in quale hai arricchito la mia vita.

In compagnia alzate un bicchiere di vino in mia memoria.

Tuo,

Rudi Vecoli

 

 

 

 

Rudi Vecoli se n’è andato il 17 giugno 2008 dopo una giornata normale. Aveva preparato la fine del suo viaggio mantenendosi in contatto con tutti gli amici e le amiche sparse in tutto il mondo.

Amici e amiche, che continueranno il suo immenso lavoro per dare a tutti i migranti e soprattutto italiani, il loro giusto posto nella storia.

Ernesto R Milani

20 luglio 2008

Ernesto.milani "at" gmail.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

                                                                                                                            Cuggiono: Rudy Vecoli ed Ernesto Milani davanti alla targa in ricordo di "Rosa"