Gary Ross Mormino

 

In America il pane è morbido, il lavoro è duro

L’elogio funebre in onore del padre rivela un aspetto sconosciuto dello scrittore Gary Ross Mormino che, come ai tempi della morte del nonno, riscopre ed apprezza la continuità delle sue radici.

 

Gary Ross Mormino è professore di storia alla University of South Florida dal 1977. Ha studiato alla Millikin University e alla University of North Carolina di Chapel Hill. Ha scritto e pubblicato diversi libri sull’immigrazione urbana negli Stati Uniti.

Fondamentale la sua tesi di laurea pubblicata con il titolo di Immigrants on the Hill: Italian-Americans in St. Louis, 1882-1982(Immigrati sulla Montagna: Italo Americani a St. Louis, 1882-1982) nel 1986, che ripercorre gli anni della formazione della enclave lombarda di St. Louis conosciuta con il soprannome di Montagna (Montagna in Italiano e Hill non Mountain in inglese). All’immigrazione dei lombardi di Cuggiono e paesi limitrofi si aggiunse poi quella siciliana. Dopo i primi screzi, Mormino ricorda che i nonni emigrati dalla Louisiana si spostarono prima sulla Hill dove nel 1918 nacque lo zio Angelo e che poi preferirono riemigrare a Wood River proprio per il difficile clima interregionale all’interno della comunità italiana, gli angoli si smussarono attraverso i matrimoni e la vita ecclesiale comune. Oggi la Hill è un esempio di Little Italy del XXIo secolo ancora attaccata alla chiesa di Sant’Ambrogio retta da don Bommarito, un parroco di origini siciliane.

Gary Mormino ha pure descritto gli italiani di Ybor City in Florida : The immigrant world of Ybor City: Italians and their Latin neighbors in Tampa, 1885-1985 ( Il mondo degli immigrati di Ybor City: gli italiani e i loro vicini latini di Tampa, 1885-198l (con George Pozzetta) pubblicato nel 1990. Nel 2005 ha dato alle stampe : Land of sunshine, state of dreams ( Terra del sole, stato dei segni.

Gary è un amico, uno di quelli che hai sempre di fianco e che vorresti avere sempre vicino. Un amico che piange quando vede i film di Frank Capra e che continua guidare la sua Volvo 1992 per le strade della Florida.

 

 

 

 

 

In America il pane è morbido

Nel 1979 il poeta Lawrence Ferlinghetti rese omaggio ad una generazione che stava scomparendo davanti ai suoi occhi.

Per anni i vecchi italiani sono morti

in tutta l’America.

Per anni i vecchi italiani dai cappelli di feltro sbiaditi

hanno preso il sole e sono morti…

Ormai se ne sono andati quasi tutti…

Nel 1900 Rosolino Mormino e i suoi fratelli partirono dalla Sicilia per Napoleonville, Louisiana. Scrisse alla madre in Sicilia : "In America il pane è morbido, ma la vita è dura". Rosolino tagliò canna da zucchero finchè non venne a sapere che John D. Rockefeller stava costruendo una raffineria a monte del Mississippi.

Il terzo di sette figli, Ross Anthony Mormino, nacque a Wood River, Illinois nel 1920. I Mormino trovarono il loro sogno americano dietro i binari nella Little Italy. La città puzzava di zolfo e petrolio, ma a chi si lamentava, i vecchi italiani dicevano : "è l’odore della ricchezza".

La leggenda famigliare narra che tutti i giorni Rosolino, uscendo dalla Standard Oil Refinery (raffineria di petrolio della Esso), nascondeva un mattone dentro il suo portavivande. Una volta una guardia controllò il contenitore e egli chiese che cosa ci facesse un mattone in mezzo alle olive schiacciate e all’aglio. Rosolino spiegò che voleva far vedere ai suoi figli - lui faceva il muratore - come si guadagnava da vivere. Venticinque anni dopo avrebbe avuto abbastanza mattoni per costruirsi una casa. E per dare una lezione di vita. La corsa non è vinta da chi è veloce, né la battaglia dai forti. Che la casa di Mormino fosse fatta di legno è irrilevante ai fini della parabola.

I cinque fratelli Mormino non apprezzarono più di tanto l’educazione formale. La Grande depressione diede loro gli insegnamenti. In quarta elementare, suor Eulalia chiese a "Barney" – nessuno lo chiamava Ross per via dell’analogia con Barney Google il personaggio dei cartoni animati – di guidare la classe nella recita del "Padrenostro". Barney cominciò, "Padre Nostro, che lavora per la raffineria di petrolio Standard…" Le suore non lo trovarono divertente.

Come Huck Finn, Barney se ne andò alla ricerca di nuove opportunità. Fece il mozzo sulle chiatte del Mississippi, saltò sui treni, e imparò ad aggiustare qualsiasi cosa si muovesse.

 

La guerra e i il ricordo

Pearl Harbor cambiò il destino di una generazione di Barney. Uno dei 16 milioni di militari, si arruolò nel 36° Seabees, battaglione di costruzioni navali (acronimo di C. B., Construction Battalion ed anche di api (Bees) del mare (Sea). La Seconda guerra mondiale lo proiettò da una piccola città del Midwest al Sud Pacifico, in posti che la maggior parte degli americani non avrebbe saputo trovare sulla cartina : Nuova Caledonia, Bougainville e Okinawa.

La Seconda guerra mondiale fu la più grande esperienza della sua vita. Non era uomo di lettere e odiava parlare al telefono, ma si teneva in contatto con i tanti fratelli. Testimone del meglio e del peggio dell’umanità, voleva ciò che la maggior parte dei GI (soldati) voleva : sposarsi, trovare un lavoro e recuperare il tempo perduto.

Nel 1943 durante una licenza conobbe Mable Dingle. Nata nell’anonimo centro minerario del carbone di Tamaroa, Illinois, anche lei capiva il significato di tempi duri e sogni non corrisposti.

Mabel impacchettò e conservò pazientemente le lettere che mio padre le aveva scritto dal Sud Pacifico. Non ho mai visto i miei genitori abbracciarsi, mai visti darsi un bacio, ma le lettere svelano un affetto commovente unito ad ottimismo. Con grande stupore ho pure scoperto lettere d’amore scritte da altri pretendenti.

Il mondo secondo Barney

Che lavoro faceva Barney? Lavorava, più di qualsiasi persona conoscessi. Un rimedio ai dolori della vita, la sua vocazione era il lavoro. Quando non faticava nella raffineria, lavorava in giardino, aggiustava le macchine dei vicini o riparava la casetta che, in qualche modo, alloggiava una famiglia di otto persone.

Barney faceva quello che doveva fare. Era un uomo del sindacato in una città sindacalizzata. In prima elementare, alla scuola di St. Bernard, suor Eulalia chiese agli studenti la professione del padre. Risposi con orgoglio che mio padre faceva il mazziere di black jack (gioco d’azzardo). Le suore non si divertirono. Ma il 1953 era l’anno dello sciopero e mio papà mescolava le carte nel retro di una famosa taverna. Giustamente una delle figlie diventò suora di clausura dell’ordine delle Clarisse.

San Benedetto predicava : "Laborare est orare". Papà era uno che ci credeva davvero. Ti senti depresso? Lavora di più. Non hai autostima? Lavora di più. Non riuscì mai a capire bene perché qualcuno avesse bisogno di laurearsi. Secondo lui, lo scrivere non era un lavoro. Quando ci siamo visti a gennaio, mi ha chiesto :"Sei mai riuscito a trovare un lavoro vero?"

La sua visione del mondo era semplice. La vita è dura. Abituati. Non aspettarti mai l’aiuto di nessuno, soprattutto di tuo padre. Il mondo è un posto crudele. Le strade sono costellate di locali malfamati. Gli uomini politici ed i banchieri sono disonesti. Trovati una brava ragazza, evita di indebitarti e impara un mestiere.

Nel 1965 frequentavo le scuole superiori. Mio padre pensava che per un maschio diciottenne di Wood River soltanto due strade avessero senso : quella della fabbrica e quella del servizio militare. Ma se un diciottenne voleva sprecare la sua vita all’università, non doveva aspettarsi di buttar via i soldi di Ross Mormino.

 

Giganti sulla terra

Ross Mormino è morto a marzo 2009. Ce l’ha fatta ad evitare di passare anche una sola notte in casa di riposo. Non si aspettava che i figli pagassero le spese dei suoi funerali. Nel suo armadio mio fratello ha trovato diverse buste contenenti biglietti da venti dollari nuovi. Li aveva guadagnati recuperando migliaia di palline da golf "andate perse" che ripuliva e rivendeva come "nuove." In suo onore la famiglia ha deposto nelle bara una pallina da golf, appena rimessa a nuovo.

"C’erano sulla terra i giganti in quei tempi". Il Libro della Genesi descrive in modo appropriato i milioni di uomini e donne che sopravvissero alla Grande depressione, facendo il loro dovere e che compresero l’importanza del sacrificio, del dolore e dell’abnegazione.

Ho pensato a lungo che mio padre fosse duro, grossolano e poco sentimentale.

Giudicato dal punto di vista del 2009, sulle rovine di una società che ha preteso, perfino aspettato una gratificazione istantanea e ricchezze non guadagnate, Barney Mormino appare sempre più come un gigante sulla terra.

Gary Ross Mormino

 

Traduzione di Ernesto R Milani

Ernesto.milani at gmail.com

18 marzo 2009

 

 

     Gary Ross Mormino holds the rank of full professor at the University of South Florida, where he has taught since 1977. A graduate of Millikin University (B.A.) and the University of North Carolina at Chapel Hill (Ph.D.), Mormino has written extensively on immigration and urban America. In 1986, the University of Illinois published Immigrants on the Hill: Italian-Americans in St. Louis, 1882-1982. The following year the University of Illinois Press included in its inaugural Statue of Liberty Series, The immigrant world of Ybor City: Italians and their Latin neighbors in Tampa, 1885-1985 (with George Pozzetta). In 1980, he taught at the University of Rome as a Fulbright scholar.

     

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Professor Mormino has also been engaged in the history of Florida. He has involved himself with local historical projects, such as teacher workshops and the publication of curricular materials. In 1991 he co-edited, with Ann Henderson, Spanish Pathways in Florida, 1492-1992 (Pineapple Press). Presently he is completing a history of World War II in Florida.

 

 

 

 

 

In America, the Bread is Soft

 

In 1979, the poet Lawrence Ferlinghetti saluted a generation that was passing before his eyes.

For years the old Italians have been dying

all over America.

For years the old Italians in faded felt hats

have been sunning themselves and dying . . .

They are almost gone now . . . .

In 1900, Rosolino Mormino and his brothers left Sicily for Napoleonville, Louisiana. He wrote his mother in Sicily, "In America, the bread is soft, but life is hard." Rosolino cut sugarcane until learning that John D. Rockefeller was building a refinery upriver.

The third of seven children, Ross Anthony Mormino was born in Wood River, Illinois, in 1920. The Morminos found the American Dream on the backside of the tracks in Little Italy. The town reeked of sulfur and petroleum, but when anyone complained, the old Italians would say, "It’s the smell of prosperity."

The family legend holds that daily, as he was leaving the Standard Oil Refinery, Rosolino Mormino smuggled a single brick in his lunch pail. Once a guard inspected the pail and asked why a brick was resting upon crushed olives and garlic. Rosolino explained that he wished to show his sons what he—a mason—did for a living. Twenty-five years later, he had enough bricks to build a home. And provide a life lesson. The race is not to the swift or the strongest. That the Mormino home was built of wood is immaterial to the parable.

The five Mormino sons never much appreciated formal education. The Great Depression supplied ample instruction. In the fourth grade, Sister Eulalia asked "Barney"—no one called him Ross because of his likeness for the comic strip character Barney Google—to lead the class in the "Lord’s Prayer." Barney began, "Our Father, Who works for the Standard Oil Refinery . . ." The nuns were not amused.

Like Huck Finn, Barney lit out for the territory. He worked as a cabin boy on Mississippi River barges, hopped trains, and learned to fix anything that moved.

 

War and Remembrance

Pearl Harbor altered the destiny of a generation of Barneys. One of 16 million servicemen, he enlisted in the 36th Seabees, a naval construction battalion. World War II swept him from a small town in the Midwest to the South Pacific, to places most Americans could not identify on a map: New Caledonia, Bougainville, and Okinawa.

World War II was the greatest experience of his life. He was not a man of letters and hated to talk on the phone, but he kept in touch with his beloved band of brothers. An eye witness to the best and worst of humanity, he wanted what most GI’s wanted: to get married, find a job, and catch up for lost time.

On leave in 1943, he met Mabel Dingle. Born in the washed-out coal mining town of Tamaroa, Illinois, she, too, understood hard times and unrequited dreams.

Mabel patiently wrapped and preserved letters my father wrote from the South Pacific. I never saw my parents embrace, never witnessed a kiss, but the letters revealed a touching affection and optimism. To my astonishment, I also discovered love letters from other suitors!

The World According to Barney

 

What did Barney Mormino do? He worked, doing more with less than anyone I knew. A cure for life’s afflictions, work was his calling. If he was not toiling in the refinery, he was working in his garden, fixing neighbors’ cars or repairing a small home that somehow housed a family of eight.

Barney did what he had to do. He was a union man in a union town. In first grade at Saint Bernard’s, Sister Eulalia asked students to tell what their fathers did. I replied, with pride, that my father was a black jack dealer! The nuns were not amused. But 1953 was the year of the strike, and dad was shuffling cards in the backroom of a notorious tavern. Fittingly, one of his daughters became a cloistered nun, a Poor Clare.

Saint Benedict preached, "To work is to pray." Dad was a true believer. Feeling depressed? Work harder. Lacking self esteem? Work harder. He never quite understood why one needed a college degree. To him, writing was not work. When I saw him in January, he asked, once again, "Did you ever get a real job?"

 

His view of the world was simple. Life is hard. Get used to it. Never expect anyone to rescue you, especially your father. The world is a cruel place. Highways are lined with gyp joints. Politicians and bankers are crooks. Find a good woman, avoid debt, and learn a trade.

 

I was a senior in high school in 1965. My father thought only two paths made sense to 18-year-old males in Wood River: the factories or the military. But if an 18-year-old wished to diddle his life away at college, he should not expect to waste Ross Mormino’s dime.

 

Giants on the Earth

Ross Mormino died in March 2009. He managed to avoid spending a single night in a nursing home. He did not expect his children to pay for his funeral. My brother found several envelopes of crisp $20 bills in his closet. He had earned the money by retrieving thousands of "lost" golf balls, cleaning them, and reselling them as "new." In tribute, the family placed a freshly scrubbed golf ball in his coffin.

"Behold, for a race of giants stalked the earth in those days." The Book of Genesis aptly described millions of men and women who survived the Great Depression, never shirked their duty, who understood the importance of sacrifice, pain, and denial.

For a long time, I thought my father was harsh, coarse, and unsentimental. Judged from the vantage point of 2009, from the ruins of a society that demanded, even expected, instant gratification and unearned riches, Barney Mormino looks more and more like a giant that stalked the earth.

 

Gary Ross Mormino

March 2009