L'Ecoistituto della Valle del Ticino e il Migration History Center di Cuggiono

Scritto da Ernesto R. Milani 

Lunedi 27 Novembre 2006 

 

La storia dell’Ecoistituto della valle del Ticino di Cuggiono ha radici profonde che vanno oltre il recente interesse per l’emigrazione. Risale, infatti, al 1981 il primo grande avvenimento per illustrare uno degli eventi più importanti nella storia dell’Alto Milanese ovvero l’emigrazione che cambiò per sempre alcune fasce del territorio a partire dal 1850 fino agli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale. Il 25 aprile 1981 Gary R. Mormino presentò il suo libro Immigrants on the Hill. La folla che presenziò alla narrazione delle vicende che avevano coinvolto tutto il paese e il circondario ebbe poi modo di ritrovarsi e misurarsi attraverso i documenti, le fotografie e i ricordi storici che erano stati raccolti e selezionati per l’occasione. Peppino Ortoleva ebbe modo di visitare la mostra e di lodarla per la sua idea di avanguardia.
Tuttavia pochi avvertirono l’importanza della Hill pomposamente chiamata la Montagna, che, oltre a rappresentare una delle poche enclave di Lombardi in America, era anche una delle poche Little Italy ancora intatte. I motivi erano legati alla sua distanza da St. Louis ma soprattutto al senso di comunità che aveva aiutato i cuggionesi ad integrarsi nella vita americana con tranquillità e senza le forzature dell’assimilazione a tutti i costi. Cosa che permea ancora la vita del quartiere. 
Quasi nessuno si accorse che nel discorso sull’emigrazione da Cuggiono si era toccato un altro libro Rosa, the life of an Italian Immigrant di Marie Ets Hall, che Rudolph Vecoli aveva contribuito a far pubblicare nel 1970. Pochi credettero che sia i nomi delle persone citate che la toponomastica erano stati variati per motivi di diritti d’autore. Bugiardo non sembrava avere niente a che fare con Cuggiono. I tentativi di proseguire nella ricerca storica non ebbero seguito e i rapporti tra Cuggiono e i discendenti degli emigrati continuarono, come in passato, soltanto attraverso i rapporti familiari. 
Il cambiamento radicale avvenne nel 2002, quando Oreste Magni si ricordò di Rosa. Cuggiono aveva appena pubblicato Quando il Paesano Rifiutò il Pendizio a cura di Gianfranco Galliani Cavenago sulla situazione economica dell’Alto Milanese e le cause che favorirono la grande migrazione dal 1875 di centinaia di persone invogliate alla partenza dalle lusinghe degli agenti marittimi e da quelli delle compagnie minerarie. Fu, infatti, il lavoro nella miniera la prima occupazione di quasi tutti i cuggionesi approdati a Detroit prima e poi ad Iron Mountain, Michigan, a Herrin, Illinois e St. Louis, Missouri e in altre località. 
La rilettura attenta di Rosa con la decodifica dei nomi portò finalmente alla certezza sul suo luogo d’origine. L’ Ecoistituto radunò allora un gruppo di persone che rappresentavano anche classi scolastiche cui fu affidato il compito temerario di tradurre un capitolo di Rosa ciascuno. Il motivo era chiaro: portare il suo racconto e il suo messaggio attraverso tutti gli strati della comunità per simbolizzare e riappropriarsi dell’esperienza migratoria. La traduzione fu poi corretta da mano esperta, ma Rosa nel frattempo era davvero divenuta una figura emblematica. 
Il libro Rosa, la Vita di una Emigrante Italiana fu pubblicato nel giugno del 2003 a cura dell’Ecoistituto della valle del Ticino e il 15 giugno fu presentato da Maddalena Tirabassi della Fondazione Agnelli in una delle sale di Villa Annoni, uno dei latifondisti che con la sua assenza dal territorio aveva creato le premesse per la migrazione di cosi tante persone. Il 19-21 luglio, per coronare l’interesse per l’argomento fu organizzato un convegno su vari temi riguardante la migrazione sia dal punto di vista generale che quello locale con la partecipazione di Gary Mormino e Rudolph Vecoli. Gli atti sono stati pubblicati dall’Ecoistituto della valle del Ticino e dalla Fondazione Candiani Onlus nell’aprile del 2005 con il titolo Gli Anonimi Protagonisti della Nostra Storia. Gli Emigranti Italiani nel Nuovo Mondo. Il Caso dell’Alto Milanese. 
In questa occasione fu affissa una lapide commemorativa nella piazza San Giorgio di Cuggiono dedicata a tutti coloro che erano partiti per l’America. Nel 2003 la città di St. Louis ha definito il 19 luglio “Cuggiono Day” per onorare il contributo dato dagli immigrati cuggionesi. Nel 2004 una delegazione dell’Ecoistituto della Valle del Ticino si è recata prima a Herrin, Illinois e poi a St. Louis, Missouri per rinsaldare sia i rapporti di amicizia che di scambi culturali fermi da anni ai soli rapporti fra parenti. 
Nel frattempo la David Grubin Productions di New York aveva incaricato una troupe di fare ricerche per un documentario incentrato sulla figura femminile nell’emigrazione vista attraverso il paese d’origine da mandare in onda sul canale americano PBS nel novembre 2005. Dopo un’attenta preparazione la scelta di rappresentare la donna europea era caduta su Rosa e l’Ecoistituto della valle del Ticino è stato prontamente contattato anche in seguito alla lettura nel 2003 di The Publication of the Translation of “Rosa, The life of an Italian Immigrant” di Ernesto R. Milani, dove sono anche narrate alcune vicende finora sconosciute sulla vita di Rosa. Gli esterni del documentario sono stati girati a Cuggiono dove al culmine della processione della Madonna del Carmelo, tanto cara a Rosa, una folla immensa ha assistito alla dedica di una lapide in suo ricordo. 
Le continue ricerche sull’emigrazione cuggionese hanno originato un saggio sui ticinesi e i valtellinesi nel Wisconsin dal titolo Genoa, Wisconsin: The Guscetti Brothers Fight for Their New Country presentato alla 37a conferenza della AIHA ad Annapolis nel novembre 2004. Inoltre a maggio 2005 un gruppo di venti persone ha visitato i luoghi della migrazione cuggionese a St. Louis, dove i rapporti sono diventati stabili e l’interscambio continuo. La pubblicazione da parte della scrittrice della Hill Eleanor Berra Marfisi dei volumi The Hill, its History – its Recipes e I Remember Nonna ha ridato spazio alla nuova lettura della Montagna. 
L’Ecoistituto è entrato in possesso di alcune annate del “Crusader Clarion”, una newsletter edita dalla parrocchia cattolica di St. Ambrose che contribui a mantenere i rapporti con i circa mille soldati della Hill che erano al fronte durante la seconda guerra mondiale. Documenti validissimi per spiegare poi il processo di cambiamento del secondo dopoguerra e la presenza degli italiani nel mondo dello sport. Vale la pena di ricordare che nacquero sulla Hill campioni di baseball come Yogi Berra e Joe Garagiola. 
Recentemente è uscito il film The Game of their Lives diretto da David Anspaugh e basato sul libro omonimo di Geoffrey Douglas che racconta la storia della nazionale americana di calcio che durante i campionati mondiali di calcio del 1950 sconfisse quella inglese, largamente favorita, per la prima volta nella storia. Quella del 29 giugno 1950 a Belo Horizonte fu una partita memorabile: cinque giocatori della nazionale americana provenivano dalla Hill e cioè Frank Borghi, Pu Wu Wallace, Harry Keough, Gino Pariani e Charles “Lefty” Colombo. Su questi argomenti l’Ecoistituto sta collaborando con un gruppo di studio americano. 
Durante il viaggio del 2005 si è anche visitato Rosati, Missouri dove ci sono ancora alcuni discendenti dei coloni veneti fuggiti nel 1898 dalla piantagione di cotone di Sunnyside, Arkansas sia per le morti per febbri malariche, sia per il pessimo trattamento. Molti ricordano Tontitown, Arkansas dove si stabilì il gruppo guidato da padre Bandini, mentre pochi, in effetti, conoscono Rosati. La fermata ad Ironton, Missouri lungo il Mississippi voleva ritrovare i luoghi dove Rosa era emigrata. La chiesa che frequentava è stata distrutta da un ciclone. Le miniere di ferro non esistono più, ma i registri parrocchiali denunciano la nascita del figlio. 
Herrin invece è stata il centro dei minatori cuggionesi che hanno lavorato nelle miniere di carbone per anni. Oggi le miniere non esistono più e anche la componente italiana, nonostante la HerrinFesta italiana che si celebra l’ultima settimana di maggio, è in declino, anche se l’interesse generato dall’Ecoistituto è stato grande. 
Ha cosi preso consistenza l’idea di creare un centro studi sull’emigrazione ancora mancante che abbracci sia Cuggiono e il suo territorio, sia la Lombardia in generale. L’Ecoistituto ha preso in comodato la chiesa dismessa di S. Maria in Braida del 1777 che sarà cosi adibita a una nuova funzione pubblica. Oltre che in Italia, le varie comunità cuggionesi e lombarde negli Stati Uniti stanno raccogliendo fondi e documenti a questo scopo. 
Nel luglio 2006 in occasione del 400 anniversario della fondazione della chiesa parrocchiale di Cuggiono dedicata a San Giorgio e alla Madonna del Carmelo, alcune delegazioni italo americane presenzieranno sia ai festeggiamenti che all’inaugurazione del Centro Studi sull’emigrazione. Per questa data dovrebbe essere pronto un nuovo volume sull’emigrazione da Arconate (a pochi chilometri da Cuggiono), nel quale uno spazio importante sarà occupato dalla biografia di Louis Parotti, un muratore innovatore che inventò un nuovo tipo di mattone, creò le prime strutture non in legno a Herrin e in altre parte dell’Illinois ai primi del 1900 per poi riemigrare a Nassau, Bahamas. 
A novembre 2005 Ernesto R. Milani ha presentato Il Corriere del Pomeriggio di San Rafael, California alla 38° conferenza della AIHA a Los Angeles. Il tema della comunicazione riguarda il Gruppo Lonatese di San Rafael e s’inquadra nel progetto di ricostruzione ancora mancante delle destinazioni migratorie dell’Alto Milanese e della Lombardia in generale e della loro evoluzione.