MARCINELLE BOIS DU CAZIER 1956-2006

 

A Lainate una mostra per commemorare e per non dimenticare le tragedie minerarie nel mondo.

Il 17 dicembre 2006 la scrittrice Paola Cecchini presenterà a villa Borromeo Visconti Litta di Lainate, Milano il suo volume più recente: "Fumo Nero, Marcinelle 1956-2006" in chiusura della mostra "Marcinelle, cinquant’anni dopo".

Il libro raccoglie dettagliatamente le ricerche dell’autrice che analizza e spiega l’emigrazione italiana in Belgio nei distretti minerari dell’industria del carbone. La storia delle miniere si alterna alle interviste che narrano e rievocano l’arruolamento, il viaggio, l’arrivo e la vita degli emigranti. Spazio ad incidenti e malattie, per culminare con il racconto della tragedia vera e propria di Marcinelle, 8 agosto 1956.

Paola Cecchini inserisce la vicenda marchigiana e per la prima volta possiamo toccare ricordi e impressioni che gettano nuova luce sull’estrazione dello zolfo dalle miniere delle Marche e sulla vita quotidiana dei minatori. La statistica offre i dati su cui meditare, sia generali sia locali dell’emigrazione verso il Belgio.

L’elenco dei minatori periti nella sciagura dà un quadro drammatico della tanta umanità coinvolta nell’estrazione del carbone e sottolinea anche lo stato dell’economia italiana che si stava avviando verso il boom economico, almeno in alcune regioni.

I minatori deceduti nel disastro sono 262 di cui 136 italiani : ben 67 dell’Abruzzo-Molise, 12 marchigiani, 23 pugliesi e anche 3 lombardi: Benzoni Assunto di Cerete (Bergamo, Bontempi Giuseppe di Bienno ( Brescia) e Dassogno Attilio di Berbenno (Sondrio).

Le fotografie della vita in miniera e la rassegna stampa relativa soprattutto all’avvenimento concludono la storia in maniera completa.

Elogi quindi alla regione Marche che crede nel togliere la polvere dalla storia dell’emigrazione e che ha trovato in Paola Cecchini, autrice anche del poderoso e inestimabile volume sulle vicende dell’emigrazione marchigiana in Argentina, l’alfiere designata di questa progressiva ricerca.

La mostra su Marcinelle si articola sui documenti e i reperti del museo della miniera di Nembro (Bergamo) e sulle tele di Giuseppe Flangini, acuto interprete della realtà mineraria italiana in Belgio. Mostra per non dimenticare che una buona parte dei lombardi che emigrarono durante la grande migrazione del 1880-1920 furono ingaggiati soprattutto come minatori, o meglio come manovalanza da adibire ai lavori più duri nelle miniere.

Le canzoni che ricordano la vita in miniera parlano di militanza sindacale, di carbone sotto la pelle, di malattie. Anche quando sembrano dolci, la tragedia è vicina :

 

MINIERA

Allor che in ogni vetta la messicana

danzano tutti al suono dell'avaiana.

Vien di lontano un canto così accorato,

è un minatore bruno laggiù emigrato

la sua canzone sembra di un esiliato.

Cielo color del cielo, cielo color del mare

tu sei Io stesso ciel del mio casolare,

portami in sogno verso la patria mia

portale un cuor che muore di nostalgie.

Nella miniera è tutto un baglior di fiamme,

piangono bimbi, spose, sorelle e mamme

ma un tratto il minator dal volto bruno

dice agli accorsi: se titubate ognuno,

io solo andrò laggiù che non ho nessuno.

E nella notte un grido solleva i cuori

mamme son salvi tornano i minatori.

Manca soltanto quello dal volto bruno,

ma per salvare lui non c'è nessuno.

Và l'emigrante ognor con la sua chimera

lascia la vecchia mamma e il suo casolar

e spesso la sua vita nella miniera.

 

Sembra tutto cosi ovvio, così lontano. Vediamo che cosa ci tramanda, invece, la storia del Messico o almeno del New Mexico, USA e dei campi minerari.

Dawson, New Mexico, 22 ottobre 1913. Un’esplosione di gas nella miniera numero 2 dello Stag Canyon di proprietà della compagnia Phelps Dodge, dove soltanto due giorni prima è stata condotta un’ispezione che ha dato esito positivo in tutti i settori, uccide 263 minatori. Italiani, greci e messicani i più colpiti. Tra loro:

Francesco Merlotti , Turbigo ( Milano). Era emigrato nel 1902 a Castlegate ( Utah), tornato poi in Italia e riemigrato a Dawson nel 1911.

Giovanni Cavaiani , Turbigo, ( Milano). Raggiunse dapprima il padre Andrea che lavorava nelle miniere di ferro di Eveleth, Minnesota nel 1906-07, tornato in Italia e riemigrato a Monongah, West Virginia e quindi a Dawson.

Egildo Poretti, Turbigo ( Milano). Aveva raggiunto il cognato Perotta Antonio nel 1906 a Dawson.

Dawson, New Mexico, 8 febbraio 1923. Sempre la stessa dannata miniera. Un incendio innescato dal deragliamento di un carrello trasportatore di minerale provoca l’ennesima strage. I morti sono 123 tra cui i due fratelli Tony (Antonio) e Alessandro Zanoni appena arrivati da Turbigo ( Milano).

Dawson oggi è soltanto una città fantasma con un immenso cimitero di croci di ferro.

Hillcrest, Alberta, Canada, 14 giugno 1914. Un’esplosione di gas nella miniera di carbone causa la morte di 196 minatori. Tra le vittime i due fratelli Albert ( Alberico) e Baldo ( Ubaldo) Tamborini di Mornago ( Varese) rispettivamente di 19 e 21 anni. Nello stesso cimitero di Hillcrest giacciono accanto a Virgilio Bodio, Carlo Gianoli da Cadrezzate (Varese) e Giuseppe Marcolli: da Mornago emigrato nel 1913, loro compagni di sventura..

Elenchi crudi ed infiniti.

Miniera di Gwaila, Australia Occidentale. Nel 1911 muore in un incidente Luigi Baccanelli di Gorno a 24 anni d’età.

Miniera di Bonnievale, Australia Occidentale. Il bergamasco di Gorno, Modesto Varischetti detto Charlie diviene famoso in tutto il mondo attraverso la copertina della Domenica del Corriere che gli dedica Beltrame. Il minatore Charlie è stato intrappolato per nove giorni sottoterra e la storia del suo drammatico salvamento ha fatto il giro del mondo.

Miniera di Monongah ( West Virginia) 6 dicembre 1907. Ufficialmente muoiono 361 persone nell’esplosione della miniera di carbone, ma i morti secondo alcuni sono oltre mille e gli italiani molti più dei 171 registrati ufficialmente.

La lista è pari ai campi minerari dove gli italiani hanno incontrato il loro sogno americano.

Una sequela infinita che arriva fino a Marcinelle, ma che scorrendo i titoli dei giornali di oggi continua senza sosta.

Marcinelle, 8 agosto 2006. Ancora croci nei cimiteri.

 

Ernesto R Milani

8 dicembre 2006

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