di Ernesto R Milani, 

Ecoistituto della Valle del Ticino , Cuggiono                                                                San Francisco 2 novembre 2005

 

Luigi Brusatori a San Francisco

chiesa di San Francesco d'Assisi

Il San Francisco Chronicle di oggi 2 novembre 2005 ha un articolo che riporta l’incidente in cui è incappato Lawrence Ferlinghetti mentre cercava la casa del padre a Brescia che gli ha creato delle noie con la polizia a causa dell’atteggiamento degli attuali proprietari della casa e della mancanza di documenti originali. 

Ferlinghetti è noto a San Francisco per essersi aggregato a Peter Martin, figlio dell’anarchico Carlo Tresca, nel fondare il City Lights Book Shop, la libreria alternativa che lanciò i poeti e gli scrittori della Beat Generation : Jack Kerouac, Allen Ginsberg e divenne il fulcro del movimento di protesta in California e negli USA. 

 

Il clamore attorno a Ferlinghetti eclissa la presenza a pochi passi dalla City Lights della chiesa di San Francesco d’Assisi che dopo aver rischiato la demolizione e’ diventata parte del patrimonio artistico della California. 

St. Francis Receiving The Stigmata

 

 

Questa chiesa è speciale per gli Italiani soprattutto per gli affreschi che rappresentano momenti della vita di San Francesco: San Francesco che riceve le stigmate e la morte di San Francesco, opera del lonatese Luigi Brusatori che fu migrante in California dal 1912 al 1921.

Luigi Brusatori

 

 

La chiesa, con le sue bianche torri, fa parte del panorama di San Francisco.

Piccola, ordinata, raccolta, sobria e tradizionale nella sua architettura un po’ gotica che poco concede all’esteriorità’. Angolo di pace e meditazione in una città dove il turismo lascia poco spazio all’approfondimento.

 

 

 

 

Poco oltre nella Washington Square campeggia la chiesa di San Pietro e Paolo. Chiesa ufficiale con statue e vetrate imponenti ma senza affreschi. 

 

 

Qui si sposavano i lonatesi di San Rafael e della Baia di San Francisco. Messa in Italiano e pranzo al Fior d’Italia in Union Street che dopo l’incendio si è spostato sulla Mason Street.

Il lavoro del Brusatori per eccellenza bisogna cercarlo in un’altra chiesa sulla Broadway, Nuestra Senora de Guadalupe. 

Chiesa a mezza altezza su un’erta. Bianca come le altre con la facciata che ricorda l’omonima cattedrale di Città del Messico. 

Chiusa da molti anni, vittima delle ristrutturazioni operate dall’Archidiocesi di San Francisco per adeguarsi al ciclico cambiamento etnico della città ma anche della cecità di molti americani che a furia di propugnare la divisione tra chiesa e stato non riescono a capire quando l’opera d’arte diventa patrimonio della nazione.

 

Questo pensiero fa sì che anche le famose missioni della California stiano rischiando di essere parzialmente distrutte . E’ stato difficile visitare la chiesa per il semplice motivo che è stata trasformata in una scuola elementare cinese dedicata a Santa Maria. 

 

L’osservanza delle leggi sulla privacy, che ormai non ha confini, ha portato a una lunga trattativa con diverse persone, svariate richieste di permessi e autorizzazioni per la presenza di scolari. Sarebbe stato meglio rinunciare a vedere la trasformazione della chiesa che nel 1986 mi aveva regalato una meravigliosa emozione n

 

L’altare è rimasto intatto e vi ci celebra tuttora la Messa, maffresco di Luigi Brusatoria il resto della chiesa è interamente coperto da pannelli mobili, spero, che la nascondono quasi totalmente alla vista. 

Sono visibili solo l’affresco dell’Ultima Cena e le decorazioni sul soffitto. 

Il lavoro del Brusatori sembra intatto, ma il senso di smarrimento e’ rimasto durante tutta la visita mitigato soltanto dall’aiuto di Mary Ng e dal ricordo della visita precedente con la luce dirompente e il canto dei fedeli messicani.

 

Le tre chiese bianche si stagliano precise nel panorama della North Beach visto dal 52° piano del Carnelian bar del grattacielo della Bank of America .

 

Anche qui, il busto del suo fondatore Amedeo Giannini e’ sottoposto alle consuete misure di sicurezza. 

 

Niente fotografie.

Bambini cinesi che studiano per diventare americani all’ombra di un grande lonatese. 

Forse, uno di questi giorni, glieli dirò. Anche Luigi Brusatori è parte della loro storia.