Argentina : ma dove si sono cacciati?

di Ernesto R Milani - Ecoistituto della valle del Ticino - Cuggiono 30 giugno 2005

 

La mappatura dell’emigrazione da Cuggiono tra la fine Ottocento e primo Novecento si snoda soprattutto attraverso gli Stati Uniti. 

I recenti studi su St. Louis ed Herrin soprattutto, ne hanno messo in luce il fenomeno e segnalato le possibilità per il futuro.

Questa grande situazione ha trascurato, però, un’altra migrazione quella verso l’Argentina che procedette di pari passo con quella americana.

I dati in nostro possesso sono scarni anche se, come sempre i rapporti familiari sono probabilmente, come nel caso americano, più forti di quanto possa sembrare. Questi legami che in molti casi hanno creato delle ragnatele attraverso gli Stati Uniti, hanno sicuramente coinvolto anche l’Argentina. :

Un esempio per tutti: nel 1906, Pete Cardani, nato a Buenos Aires arriva a Herrin dopo aver imparato a fare il muratore a St. Louis. Molti edifici di Herrin portano la sua firma : l’Ippodromo, il Palazzo dei fratelli Davis, il teatro Annex e la loggia massonica.

Il dato più sorprendente riguarda però la presenza anche in Argentina di tutti i 130 cognomi presenti sulla Hill di St. Louis nel 1940. Quando dico tutti intendo dire che 130 cognomi dell’area di Cuggiono sono presenti nel Registro General del los Inmigrantes y Listas de Inmigrantes, 1882-1920 del porto di Buenos Aires.

Queste liste hanno dei dati puramente indicativi ma importanti per la quantificazione del fenomeno.

Genoa fu naturalmente il porto di partenza in quanto proprio i Genovesi avevano aperto le vie commerciali verso il Sudamerica come già avevano fatto prima con gli Stati Uniti soprattutto con la California.

Le liste di sbarco riportavano nome e cognome, età, professione, porto d’imbarco e nome della nave e la scolarità. La maggior densità migratoria parte dal 1882 e diminuisce di importanza a partire dal 1910.

I dati sono puramente indicativi, ma oltre agli svariati Jornaleros e peones ( giornalieri e braccianti) c’è anche un Giovanni Garavaglia di 37 anni che il 15 febbraio del 1902 arriva a Buenos Aires a bordo del Savoja in prima classe. Beniamino Fusè , 34 anni, agricoltore viaggiò invece a bordo della nave Sirio il 22 ottobre 1885. che il 4 agosto 1906 divenne tristemente famosa per l’affondamento al largo delle coste spagnole di Capo Palos dove morirono 442 emigranti.

Le liste non riportano il luogo di nascita e la destinazione.

Le scarse o nulla bibliografia sull’argomento impedisce di delineare la tipologia di questa migrazione. Tuttavia, la storia orale e le sempre presenti fotografie di gruppo ci hanno tramandato l’immagine di una migrazione agricola di alterne fortune, e si parla frequentemenete di America Matta oppure di America dei foglioni ( granoturco) e i toponimi che ricorrono spesso sono oltre a Buenos Aires, Tres Arroyos, Coronel Pringles, Trelew, Mendoza. Tuttavia, abbiamo anche racconti di grandi intraprendenze e di grandi fortune.

Alberto Sarramone nel suo libro " Los Abuelos Immigrantes " ( I nonni immigrati) elenca le numerose colonie agricole italiane e cita spesso la presenza di coloni lombardi e piemontesi. L’argomento merita ovviamente un’analisi molto dettagliata. Ci limitiamo per il momento a enunciare la possibilità di approfondire i dati raccolti.

Infatti, attraverso l’emigrazione della famiglia di Annabella Gualdoni arrivata in Argentina nel 1892 e in parte riemigrata negli Stati Uniti nel 1958 dopo il periodo peronista, si è ripreso il contatto con la colonia Crispi nel dipartimento di San Martìn nella provincia di Santa Fè.

Altra documentazione rintracciata di recente riguarda Giuseppe Colombo di Milano emigrato nel 1894 a 19 anni a Buenos Aires con pagamento del passaggio dalla seconda alla prima classe. Lo scopo principale era l’apertura di un ufficio commerciale per l’importazione di vini dall’Italia per conto dell’azienda di famiglia.

Il certificato di nascita di Filippo Carlo Temporiti ( Mesero) datato 30 dicembre 1880 e il successivo battesimo nella chiesa della Madonna di Balvanera a Buenos Aires spingono invece le prime partenze dall’Italia molto prima di quelle verso gli Stati Uniti.

La corrispondenza di Antonio Nerviani (1927 ) da Villa Maipù – Mendoza con il nipote Andrea Magnoli di Ferno ne annuncia invece il successo come affermato viticultore e produttore del vino marca " Monte de santa Maria " magari casuale ricordo della chiesetta omonima che si trova ora alla destra della pista di atterraggio dlel’Aeroporto di Malpensa..

Andiamo a cercarli.